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Un po' (molto po') di me

La mia foto
Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

venerdì 26 luglio 2013

ribelle (1996 SOUNDTRACK OF MY LIFE #32)


Dio mio, quanto mi mancava mio padre.
In quelle sere a cena fatte solo di donne.
In quel bagno che non veniva più chiuso a chiave.
Nei sospiri patetici delle mamme delle amiche che compativano la mia e guardavano storto me e le mie unghie bucate, i miei jeans strappati e l'aria da sfanculizzatevi tutti.




Quanto eravamo poco saggi e ci spezzavamo le ginocchia con quegli affondi acidi che sapevamo avrebbero corroso e che poi, molto poi, molto ORA, ingoiamo di traverso.
Mi sentivo abbandonata e al contempo troppo presente nei suoi pensieri e avrei voluto gridargli se ci tieni tanto a controllarmi muovi il culo invece che il telefono dei tuoi amici e intanto mi infrattavo nei portoni foderati di cannabis e vendevo pelle al miglior richiamo e cercavo alibi a quel bisogno viscerale di mia madre di tirarmi dalla sua parte, senza rendersi conto che ero allo sbando più totale, nel mezzo del tornado, e non sapevo da che parte fosse lei, non avevo punti cardinali.

Se non mi sono mai incasinata davvero, in quegli anni, lo devo solo alla mia buona stella.
Se non ci siamo ammazzati a vicenda, in modo fisico - spiritualmente stiamo ancora contando i cocci - è stato solo culo, sfacciato culo. E paghiamo gli interessi.

lunedì 22 luglio 2013

di elfi, api-fatine e una voce dal passato

Metti che una vecchia conoscenza dell'adolescenza che tu ricordi coi baffi della nutella si intestardisca che vuole cantare, nella vita.


Metti che cresca cresca, diventi grandicello e ci riesca, dopo qualche amena vicissitudine sul grande schermo >> e qualche critica e maldicenza che tutto sommato lo destabilizzano ma non troppo, ché è abituato da sempre alle prese in giro e a scrollarsele di dosso.

Metti che ti faccia presente (perché tu sei svampita e non controlli mai periodicamente certe informazioni), in un qualsiasi pomeriggio di giugno che segue un << inverno un po' pieno di impegni di lavoro, che passerà dalle tue parti a fare serata, in beneficienza poi.
Che fai? Non ci vai? Saresti una sòlaccia infame, oltre che un culo di cemento.
(leggete, ve ne prego, il sarcasmo di questa autocommiserazione)


Ecco quindi il mio sabato scorso.
Le prove, madonna ma quanti ne sò? quei poverini sotto il sole dalla mattina che cantano, li sento da lontano mentre gli altoparlanti fischiano, il signorino cazzeggia e mi sventolo con la fotocopia più grossa che m'è rimasta infilata in fondo alla borsa. Sembro una via di mezzo tra una profuga e una profuga... ssst sono in incognito.
E quelle robe lì, so' luminose, funzionano con... no, non ti seguo o forse tu non me le sai spiegare, forse dovrei chiedere ad un tecnico ma preferisco rimanere un'elfa e incantarmi quando si accenderà la magia.
Sorrisi, battute, api moleste fin sul palco e the freddo al miele come se piovesse.
Un completo (Zegna? hmmm) blu notte che a vederlo schiatto pure io. Cipria, cipria, tanto sudi lo stesso. E che te lo dico a fà!
Sigaretta preparatoria mejo de no, tutti ai posti. Ahò l'esercito è carico, và li striscioni
Una scaletta che si inceppa, sembrano sbarellati stasera: dimenticano canzoni e le riprendono e lui ci fa anche dell'autoironia. Via quella muta blu, è madido. Pantaloncini e cappellino da pischelletto e così si zompa meglio, no? Però con la barba non sei credibile.
E da quand'è che suoni così?!



E si muove e si dimena e le manda tutte nelle galassie sperdute degli ormoni latenti; gigionissimo, provocatore, ha imparato oramai a imputtanirsi in questo gioco di attese e di lustrini da elargire alle folle. La Maria Antonietta del regno degli elfi distribuisce brioches di ottima qualità con la voce e con i muscoli guizzanti, 'tacci sua. Ogni volta è meglio, ogni volta s'alza il pelo un po' di più. E' la prima volta che mi spatascia davanti tutto il concerto da così vicino, che me lo spoilera prima con navigata saccenza, eppure non c'è niente che tenga tese le mie corde: è sempre lui, magari cresciuto, ma non rovinato. Piange di pianto vero, cardiaco, è un bambino in mezzo al caos che riesce ancora a sentire battiti, vita oltre la spia dell'auricolare. 

E si spengono i riflettori ma non è finita. Il mio stomaco vuoto mi fa sapere che ha mangiato così tanta musica e sensazioni positive che sì, vado a cena e continuo a sentirlo sparare una cazzata dietro l'altra e neppure si risparmia sulla voce, come se fosse appena uscito dalla doccia fischiettando, ma quell'insalata mi si strozza in gola dalle risate intanto che lui si scofana anche le gambe dei tavoli. Eddaje non me fà le foto co la bocca piena!
E davanti ad una Marlboro consolatoria ti dico buonanotte. Riposa, ché domani la carovana si rimette in moto. Tieni bene la voce. Tieni bene il cuore, piccoletto.

giovedì 18 luglio 2013

incantesimi (SOUNDTRACK OF MY LIFE #31)


In mezzo agli esami, in mezzo alle amiche sparite, tra scatoloni e biglietti del bus mi sei piombato nella vita mentre nemmeno ti avevo visto arrivare. Mi sei letteralmente volato addosso e oplà hai messo tutto quel macello di giornate in uno shaker e gli hai dato colori nuovi.

Con te mi sentivo protetta, ammirata, capita. Tu mi ravanavi dentro le parole che sputavo senza crederci, mi salvavi da quella voglia matta di distruggermi un altro po' prima di mettermi in sesto. Mi toccavi corde nuove ancora incellofanate, mi guardavi stupirmi di me e di te, deludevi ogni pretesto per scoraggiarmi.

Volevo essere dannata e tu mi salvavi.

Ed un grazie, quella straripante gratitudine che non ti ho mai detto, lo scrivo qui dopo tutto questo tempo, dopo esserci riabbracciati e compiaciuti di quello che stiamo diventando, dopo l'avverarsi della mia profezia che sarei sparita dalla tua vita quando avessi avuto il sentore di essere un paletto scomodo, perché di te non potevo che sognare un futuro giusto. Non meritavi di avermi addosso come un peso mentre cercavi di volare alto.
Per noi non è mai arrivato nessun momento giusto. Non quello per fare l'amore, non quello per litigare e scoprire le carte, né quello per dirci addio; nemmeno quell'attimo in cui si saldano i conti e ci si stringe la mano. Il mio debito rimarrà, come rimangono ancora i tuoi occhi buoni e dolci fino alle lacrime sullo sfondo della mia vita e l'assenza totale di amarezza nel guardare indietro e accorgermi che eravamo nel posto giusto al momento giusto con le intenzioni giuste e poi la bolla è scoppiata.
Sai, le bolle scoppiano anche senza fare rumore.

mercoledì 17 luglio 2013

the cat is on the rainbow

Arrivano belle notizie oggi; incoraggianti piccole luci in fondo a tubi di scarico.


matrimonio gay gran bretagna sì camera dei comuni regina

Elisabetta ha firmato a favore dei matrimoni egualitari. La signora in ________ (colore a vostra discrezione, tanto ha indossato l'intero colorimetro Pantone) si sta dimostrando, anno dopo anno, sempre più distante dalla vecchia babbiona aviopenica che era nella prima metà del suo regno. Ha fatto passi da gigante in molte direzioni (malignamente, direi "da quando è scomparsa ladyD") e, chissà se occorre ringraziare lei personalmente o il suo entourage, ci sta guadagnando in credibilità e in rispetto dei suoi sudditi.
Parallelamente, è un altro paese che si apre alla non discriminazione nel diritto. E l'Italia che fa? Si gratta le democratiche chiappe sotto un ombrellone a Vaticano Beach e non si cura di loro. Schifìo.


* * * * *
E' che non volevo fare una rubrichina di attualità oggi. 
Senza scomodare gli anonimati reciproci, posso accennare a due piccole grandi conquiste della mia cerchia di amicizie.
Un progetto che sta facendo scaldare i motori a qualcuno e di cui posso andare sensibilmente fiera.
Un traguardo raggiunto da un qualcuno che aveva perso la speranza.
Per entrambi una bella sporta di ottimismo.

Poi magari va a finire che piove e piove e piove fino a sabato che ho un incontro al vertice col Pischello che ha vinto SanScemo.
Ma chissenefrega...
let it rain.

giovedì 11 luglio 2013

benedizioni a caso (SOUNDTRACK OF MY LIFE #30)

2010, tante seghe mentali, tanti Peter Pan svolazzanti attorno a me, tanti marchi a fuoco.




I tuoi occhi limpidi, la tua spassionata sincerità, le tue ali d'angelo a lenire ferite di cui nemmeno conoscevi l'origine, il colpevole.
Grazie di esserci, angelo mio.

Grazie per tutti quei piccoli compendi di amore e adorazione che mi stilli.
Grazie perché non mi giudichi a prescindere e perché lasci che io sia il tuo avvocato quando fai causa al te stesso che non accetti perché non vedi quanto di bello e buono porti con te.
Grazie per i nostri progetti strampalati e per quel calore che non ha bisogno di pelle.
No che non sei sbagliato. Ce ne fossero di più di sbagli così nel mondo. Sei solo uno con un documento che ti da il diritto di stare nella metà sbagliata, in quella che non ti va. Il diritto, non il dovere.
E vorrei proteggerti da questi cazzo di ipocriti e paraocchisti che ti incatenano ad un'etichetta che ti toglie l'aria, vorrei vederti libero di dire quello che sei, di amare chi vuoi e fintanto che lo vuoi, vorrei sapere che smetti di giudicare te stesso fuori luogo... perché qui c'è un luogo dove tu stai benissimo e combaci perfettamente con i miei bordi. E non hai neppure cercato troppo a fondo.

domenica 7 luglio 2013

phototest

Mi piacciono i test, gli award e tutto quel ciarpame celebrativo ed autocelebrativo, che ci posso fare? E così quando Mareva ha postato quel phototest, non sono riuscita a resistere.
Pur mantenendo il mio solito anonimato, eccovi il risultato. 

1. Una foto di te un anno fa

nonostante la penuria di dettagli, pregasi apprezzare il fatto che ho avuto il coraggio di fotografarmi prima della pulizia del viso e con quell'orrendo mogano nei capelli.
















2. Una foto che ti rende felice

il mio orgoglio fa saltare le coronarie talvolta. Marcolì, smettila mò.


















3. Una foto dell'ultimo posto dove sei stata in vacanza

amo le città del centro, medievali al punto giusto, di notte si accendono di luce propria (e non parlo dell'elettricità)
















4. Una tua foto (interpreto come"scattata da me")

adoro fare foto sena significato (muri, pavimenti, pattern in generale.

















5.  Una foto che ti fa ridere

e mi fa ridere MOLTOASSAI.


















6. Una foto di qualcuno che ami

dire che la amo è riduttivo. è la presenza più miracolosa nella mia vita.

















7. Una tua foto da bambina

piede dondolante con calzino, 1983.


















8.  Una foto dei tuoi migliori amici

se non sapessero essere idioti assieme a me, non saremmo amici.

















9. Una foto di te con qualcuno che ami


il mio angelo custode.
ha anche bei gomiti, nè?
io invece ho il culo piatto.

















10. La foto di una delle ultime feste a cui sei andata

posso chiamarla festa?


















11. Una fotografia di qualcosa che ti piace fare

al quarto corso (5 con quello online) mi sento abbastanza ferrata.

















12. Una foto in cui i tuoi capelli sono belli 

- CHE E' GIA' DI PER SE' RARO - ma qui erano luuuunghi e più sani. ero ad una rievocazione.

















13. Una foto di una notte che hai amato

"ma quella è un'alba" direte voi.
eeeeeeeeeeeeeeeh quella notte non avevo tempo per fare foto sensu strictu, ma la videocamera mentale fondeva.
















14. Una foto dove eri felice


ero felice sì: ero in vacanza con gli zii e potevo essere liberamente maschiaccio. 

giovedì 4 luglio 2013

I like to move it (SOUNDTRACK OF MY LIFE #29)

Adolescente bimbaminkia. Metteteci anche: tendente al grasso, amante della buona cucina, obbligata da un infortunio ad essere un'ex-sportiva (quell'"EX", chi l'ha provato, sa cosa vuol dire fisicamente e mentalmente).
Poi ricominciai con l'aerobica e arrivarono i sottofondi trendy da tamarra. Diventai fiqa, un culetto alto e sodo, pancia piatta, tette sode (che fuor d'aerobica si sparava metal e grunge).

Poi ho smesso: mancava il tempo, mancavano i soldi. E sono diventata il budino molle di ora. Ma al grunge non ho rinunciato.

martedì 2 luglio 2013

frattempeggiando

Avevo voglia di rinnovare i locali, di cambiare la tappezzeria.
Vi piace? Non vi piace? Chissene. Oh, senza offesa!
Sto lavorando su layout coi colori così saturi, così "sparati", che quando vengo qui a trovare me stessa ho soltanto voglia di relax.
Questo potrebbe essere la boiserie di una baita e io potrei polleggiare su di una sedia a dondolo, affondando i piedi nel pelo di una pelliccia stesa a terra (ecologica, magari).
Oppure potrebbe essere il pavimento di una terrazza che dà sul mare e potrei sorseggiare mojito e scacciare pigramente vespe mentre mi diletto nell'ennesimo sudoku.
Comunque millemiglia lontana da qui, da questo lavoro in nero sottopagato che mi fa sudare e che usa i miei occhi lessi come puntaspilli. Vacanze non pervenute e non previste, s'era forse capito?
Chevvelodicoaffà.